I Taeguk

La parte più conosciuta del Taekwondo è costituita sicuramente dal combattimento sportivo. È grazie ad esso infatti ed alle sue continue innovazioni che il Taekwondo WT è diventato sport olimpico e, di
conseguenza, lo sport da combattimento più praticato al mondo.

(Sud, Padre) Il primo Taeguk costituisce l’inizio di tutte le forme.  Keon è la forza creativa che abita in tutte le forme materiali, è potente ed aggressiva ed il trigramma rappresenta il cielo e la luce (Yang).

Il cielo ci dà la pioggia e la luce permette a tutte le cose di crescere, per cui Keon è l’inizio di ogni cosa sulla terra e la causa della sua creazione.

Tae ha una natura spiritualmente esaltante, ma non aggressiva, anzi serena e tranquilla, simboleggiata dal lago.

In questa forma ai passi corti seguono i lunghi nelle linee orizzontali continue come a voler simboleggiare la profondità via via crescente del lago. Gli attacchi e le parate sono ancora quelli fondamentali del 1° Taeguk a cui si aggiunge il pugno alto (eolgul jumeock jirugi). Aumentano le tecniche di calcio frontale che troviamo sia lungo la seconda linea orizzontale che in verticale prima della conclusione del Taeguk.

(Sud est, Figlia minore) Applica il principio di Tae: la felicità, che si manifesta attraverso una mente limpida e rilassata piena di pensieri positivi.

E’ questo uno stato in cui la mente è ferma e appare tranquilla così che prevalgono il sorriso e la virtù; di conseguenza le azioni di questo Taeguk devono essere eseguite dolcemente, con scioltezza e fluidità ma con forza.

Tae ha una natura spiritualmente esaltante, ma non aggressiva, anzi serena e tranquilla, simboleggiata dal lago.

In questa forma ai passi corti seguono i lunghi nelle linee orizzontali continue come a voler simboleggiare la profondità via via crescente del lago. Gli attacchi e le parate sono ancora quelli fondamentali del 1° Taeguk a cui si aggiunge il pugno alto (eolgul jumeock jirugi). Aumentano le tecniche di calcio frontale che troviamo sia lungo la seconda linea orizzontale che in verticale prima della conclusione del Taeguk.

 (Est, Seconda Figlia) Il fuoco contiene una grande energia: si esprime attraverso l’entusiasmo nell’esecuzione.

Il fuoco dà luce, calore, entusiasmo e speranza; ha aiutato l’uomo a sopravvivere, ma, allo stesso tempo, è stato causa di catastrofi. I movimenti di questa forma devono emulare le qualità del fuoco di energia guizzante, di andatura e linea imprevedibile e di quiete seguita da grande eccitazione e passione.

Questa forma, di conseguenza, deve essere eseguita ritmicamente, con alcuni scoppi di energia, con varietà e passione in modo da ottenere scatto nell’esecuzione degli attacchi: i movimenti associati a questa forma richiedono variazioni di velocità e di forza.

Nuove tecniche fanno la loro apparizione. Doppio pugno medio (momtong doobeon jumeok jirugi) che segue la parata bassa e il calcio frontale: combinazione che ricorda proprio lo scoppiettare del fuoco. L’attacco di mano aperta (ahn sonnal chigi) e la parata media a mano aperta (ahn sonnal makki) eseguita insieme ad un nuovo passo con appoggio sulla gamba posteriore (dwi koobi). Le tecniche di calcio prevedono ancora solo calci frontali molto dinamici e veloci, combinati con parate e pugni, sempre per dare la sensazione del fuoco che il 3° Taeguk rappresenta.

(Nord est, Figlio maggiore) Il principio Jin simboleggia il tuono (rumore senza sostanza), ed è espresso come coraggio e risolutezza.

Il tuono viene dal cielo ed è assorbito dalla terra, esso è una delle più potenti forze della natura. Il tuono e il lampo sono oggetto di paura e timore, ciò significa che bisogna agire con calma e coraggiosamente anche al cospetto del pericolo e della paura. Questo va considerato nell’esecuzione di questo Taeguk.

Poiché il Taekwondo è costituito esclusivamente di azioni virtuose, questa forma esprime la paura ed il timore nell’unico modo consentito dalla virtù: stoicamente, come un temporale passeggero che nutre l’anima, la virtù trasforma la paura in coraggio.

Questa forma contiene molte posizioni che manifestano calma e forte equilibrio, come parate in combinazione con attacchi, e calci frontali che richiedono all’esecutore di calciare con forza, e di recuperare immediatamente la posizione.
Tecnicamente il 4° Taeguk presenta molte novità che già dai movimenti iniziali possono essere percepite. La doppia parata a mano aperta (sonnal makki) che precede l’attacco con le dita (pyeonson keut jirugi). L’attacco a mano aperta combinato alla parata alta (jebipoomok chigi) – letteralmente vuol dire “attacco del volo della rondine” – che evidenzia la somiglianza del movimento di preparazione alla tecnica (il caricamento) con il volo di una rondinella. Aumentano di numero le posizioni di dwi koobi e fa la sua comparsa il pugno dato con il dorso della mano (deung jeumok jirugi). Infine i 2 calci laterali (yeop chagi) consecutivi, che sembrano simboleggiare nella loro esecuzione il fulmine che segue il tuono

(Sud ovest, Figlia maggiore) Il principio Seon simboleggia il vento (sostanza senza rumore, contrapposto al tuono – rumore senza sostanza), che cambia direzione e forza senza avvisare. Il vento è una forza leggera e delicata come la brezza, ma può talvolta essere devastante come l’uragano distruggendo ogni cosa sul suo corso.

Per questo motivo il principio della forma è quello dei contrasti: i movimenti morbidi che contrastano quelli violenti. Seon comprende le caratteristiche del vento: leggero e forte, cedevole e penetrante, rilassante e distruttivo, invisibile e tuttavia evidente.

Il concetto di Seon è di una natura delicata, ma pura, senza intenti malvagi; è un modo di essere: il modo di essere come il vento. Mentre esistono tipi di vento violenti, quali tifoni, uragani e tornado, la natura del vento è delicata. Questo Taeguk deve essere eseguito come il vento: dolcemente, ma conoscendo la capacità di distruzione di ogni singolo movimento.

Tali diverse manifestazioni di una sola essenza vanno bilanciate in tutte le azioni di questa forma.

Nel 5° Taeguk le tecniche sono tutte molto ampie per dare l’impressione del vento che soffia: già all’inizio dopo una parata bassa su posizione di passo lungo la tecnica di pugno a martello (me jumeok naeryochigi) sembra nella sua esecuzione una raffica di vento che travolge e spazza ogni cosa al suo passaggio.

Le parate e gli attacchi con dorso del pugno sono sferzate di vento, rapide e micidiali, i passi sono lunghi o in appoggio su gamba posteriore (dwi koobi). Le nuove tecniche sono gli attacchi gomito (palkoop chigi) da fermo e successivamente ad un calcio laterale con pugno che serve ad afferrare la testa dell’avversario su cui scaricare l’attacco di gomito.
Il Taeguk si conclude con un attacco di dorso di pugno leggermente saltato in una posizione molto elegante di koa seogi in cui le gambe sono incrociate con lo stinco della destra che tocca il polpaccio della sinistra

(Ovest, Secondo Figlio) Il simbolo del 6° Taeguk è Kam, acqua, il nutrimento vitale.

L’acqua è liquida e senza forma, ma non perde mai la sua natura; scorre e assorbe tutte le cose. La pietra lanciata nel lago affonda senza resistenza, lasciando l’acqua calma, ma allo stesso tempo l’acqua riesce a smuovere una montagna. L’acqua simboleggia il fluire perpetuo e la flessibilità estrema. Non esiste nulla che l’acqua non possa superare, e quando affronta ostacoli insormontabili, essa aspetta pazientemente.

I movimenti di questa forma devono essere eseguiti come l’acqua, con fluidità e la sensazione che ogni azione è esattamente quella richiesta per superare la situazione in quel particolare istante: a volte restando tranquilli come l’acqua del lago, a volte in un crescendo e impetuosi come un fiume in piena.

Le parate hanno, in questo Taeguk, un ruolo fondamentale per le tante novità inserite. La prima nuova parata si effettua con l’avambraccio esterno (momtong bakkat makki) dopo un movimento che assomiglia a quello delle onde: calcio frontale in avanti con ritorno indietro.
Subito dopo troviamo una parata media con taglio di mano controlaterale (ahn sonnal bitureo makki) che precede il calcio circolare alto (eolgul dollryo chagi), e la parata alta di avambraccio esterno (eolgul bakkat makki), il tutto con l’impeto del fiume in piena che poi ritorna calmo con una doppia parata bassa (ahre hechyo makki) effettuata lentamente.

Altra particolarità del 6° Taeguk è che il kihap si effettua sul secondo calcio circolare e non alla fine come visto fino ad ora nelle altre forme. Infine le parate medie finali portate col palmo della mano (batangson momtong makki) seguite dal pugno rappresentano ancora una volta la fluidità dell’acqua che cheta arresta l’irruenza, e diventa travolgente nel contrattacco

(Nord ovest, Figlio minore) Il simbolo del 7° Taeguk è Kan, la montagna. 

Kan significa “fermata all’apice” ed è di solito simboleggiata dalla montagna immobile: bisogna andare avanti quando ce n’è bisogno e fermarsi quando è richiesto, sempre al momento appropriato.

La montagna rappresenta la stabilità, lo spirito immutabile e la forza maestosa. La montagna non si muove mai; l’uomo dovrebbe apprendere la stabilità della montagna e non agire in modo frettoloso. Sebbene le azioni veloci sembrano belle, bisognerebbe capire dove e quando fermarsi.

Questa forma riflette la necessità di combinare movimenti e non-movimenti in risposta ad un attacco. Il passo della tigre (beom-seogi), in cui la maggior parte del peso sta sulla gamba posteriore, esprime tale particolare stabilità, e concede libertà di movimento.

Molte parate nel 7° Taeguk si riallacciano alle ultime della forma precedente, anche se in alcuni casi eseguite in maniera leggermente differente come nel caso della parata di palmo di mano rinforzata (batangson momtong geudereo makki). Troviamo ancora la doppia parata bassa con taglio di mano (sonnal ahre makki) e soprattutto la parata a forbice (gawi makki) preceduta da un pugno coperto (bo jeumok) in posizione di piedi uniti (moa seogi), la doppia parata media (momtong hechyo makki) e quella bassa incrociata (eotglyo ahre makki).

Negli attacchi le novità sono diverse. Il doppio pugno simultaneo allo stomaco (dujumeok jecho jirugi) in posizione koa seogi, l’attacco di dorso di pugno verso l’esterno (deung jeumok bakkat chigi), l’attacco di ginocchio (moreup chigi), il calcio esterno-interno (anhooryo chagi) e il pugno laterale medio (momtong yeop jumeok jirugi) alla fine della forma in posizione del cavaliere (juchum seogi). Posizioni e tecniche che rispecchiano e ricordano la solidità e la stabilità della montagna a cui la forma si riferisce.

(Nord, MadreKon simboleggia la Terra, da cui tutto sorge, matura e muore: le cose prendono vita da Kon, crescono in essa, ne traggono energia senza limiti e ad essa ritornano; essa è completamente recettiva. 

Il trigramma di questa forma è Yin: la fine dell’inizio, la parte cattiva di tutto ciò che è buono. La terra è dove la forza creativa di cielo e luce (Keon) si realizza in forma fisica, abbraccia e fa crescere ogni cosa.

L’8° Taeguk è l’ultima forma prima della cintura nera, ed è una fine che rappresenta un nuovo inizio: la fine di un cerchio che è l’inizio di un altro. Arrivati a questo stadio gli obiettivi da raggiungere sono la perfezione delle tecniche di base del Taekwondo e la maturità del carattere.

Essendo l’ultimo da imparare, questo Taeguk rappresenta un cerchio che si chiude; è una fine che costituisce un nuovo inizio. E’ una revisione di tutte le tecniche e i concetti trovati nelle forme precedenti ed è la base per lo studio delle forme più avanzate. Le nuove tecniche sono il doppio calcio in volo (doobaldangseong ahpchagi), la doppia parata bassa e alta (santul makki), l’uppercut (ci jireugi); mentre molte sono le variazioni alle tecniche già conosciute, come la doppia parata rinforzata media (godureo momtong bakkat makki) e bassa (godureo ahre makki).